P.Rungi. La scuola si riforma dall’interno

592342142.jpgLa scuola prima di essere riformata dal Governo e Parlamento italiano deve essere riformata al suo interno. Alunni, famiglie, territorio, personale Ata, docenti e dirigenti scolastici oggi più che mai devono porsi seriamente di fronte al problema della scuola in Italia. Il sistema non va e non da oggi, ma molti anni e più si va avanti e più peggiorano le cose. Se ogni componente della scuola reale, quella di tutti i giorni, facesse il proprio dovere, se gli alunni prendessero a cuore seriamente le lezioni, la partecipazione attiva alla vita della scuola, se i docenti, anziani e giovani, fossero più motivati, se le strutture fossero più efficienti, se le famiglie avessero maggiore attenzione ai figli in età scolare, seguendoli passo passo e stimolandoli, se il senso civico di appartenenza alla scuola facesse scattare la difesa di ciò che si possiede e l’impegno per ottenere ciò che non si ha, la scuola si sarebbe già rifomata. Certo ogni governo o ministro che arriva porta novità o azzera il pregresso, dimostrano una evidente discontinuità ideologica e amministrativa della scuola a seconda chi è al governo e chi possiede la maggioranza in parlamento. Questo non fa altro che portare, negli anni, ad un crescente distacco ed una continua disaffezione verso la scuola da parte dei docenti e degli alunni. La scuola non può essere solo luogo per avere un posto di lavoro sicuro, la scuola è e rimane una fondamentale agenzia educativa e formativa. Se viene meno a questo ruolo e scopo fondamentale perde il senso ed il significato del suo continuare ad esistere nei paesi civili e cosiddetti avanzati come l’Italia. Se poi non forma professionisti in vari campi in base al mercato del lavoro e delle necessità sociali, si porta avanti una scuola antistorica ed antisociale, in quanto non si guarda in faccia alla realtà del mondo oggi. Bisogna cambiare radicamelmente la scuola, introducendo discipline che hanno senso nell’attuale quadro di riferimento che non può essere più nazionale o continentale, ma mondiale, essendo la globalizzazione la parola chiave della cultura odierna. Si ha questa consapevolezza in tutte le componenti della scuola? A me sembra che la scuola stia vivendo al di fuori del mondo. Si continuano ad insegnare cose che non interessano gli alunni, con gli strumenti e le tecniche di sempre. Ciò determinano un continuo distacco degli studenti dagli interessi veri che hanno verso il mondo. I nuovi maestri sono Tv, giornali, radio e soprattutto Internet e a questa scuola che si rifanno i giovani di oggi. Da questa scuola apprendono modelli, positivi e negativi, dai quali partire per agire nella vita di ogni giorno. Non è una riforma in più o in meno, né una Gelmini approvata o rinnegata, ritirata che cambierà la nostra scuola. Si tratta di cambiare mentalità, il che significa che chi ama la scuola la difende e la promuove non solo con la piazza e con le manifestazioni, gli scioperi ed altro che sono tutti legittimi, ma lavorando seriamente nel quodiano, creando stimoli di interessi per gli alunni e con gli alunni nei vari saperi dello scibile umano. Se ancora oggi molte scuole sono alloggiate in civili abitazioni, non nate come scuole, se mancano laboratori, se mancano collegamenti tra scuole cittadine e studenti che vivono in periferia, se non si danno aiuti e sostegni economici ai genitori per mantenere degnamente i loro figli a scuola, tutto diventa esibizione e chiacchiare initili. Noi vogliamo una scuola efficiente, una università funzionante dalle quali escano studenti preparati, ma anche predisposti ad assumere un lavoro appena concluso l’iter di formazione. Troppi disoccupato laureati che non vedono una speranza di lavoro (e non soltanto nella scuola) ma in tanti settori. Il dramma sta proprio qui. Manca il collegaomento tra scuola e mondo reale ed economico; per cui i giovani sono sfiduciati a studiare perché sanno di non trovare facilmente occupazione dopo anni di studio e tante spese, che alla fine risultano inutili. D’altra parte, la cultura, è questo il loro ragionamento, la si può acquistare facilmente in altre agenzie di informazione, come la rete telamatica, facendo gli autodidatti. Tanto alla fine anche il titolo di studio o la professionalità acquisita non è spendibile sul mercato, perché non si è pianificato bene la vita di una nazione o di un continente tra le aspettative personali e quelle sociali. Bisogna lavorare molto su questo aspetto e la scuola deve essere più in sintonia con la società e con l’economia mondiale.

P.Rungi. La scuola si riforma dall’internoultima modifica: 2008-10-27T12:20:35+01:00da pace2005
Reposta per primo quest’articolo